Commento all'opera

Nota di Lunaria: qualche informazione in più... e un mio commento critico all'Opera di Lermontov.

"Il Demone" fu iniziato nel 1829 da un Lermontov sedicenne,


e concluso nel 1841. Nelle sue otto redazioni (di cui una, la settima, non c'è pervenuta) il Poema si configura come uno dei Capolavori della Letteratura Russa, oltre che della Letteratura Romantica Europea (personalmente adoro anche il "Lucifero" di Eminescu, Autore Romeno, che consiglio, e che viene chiamato "il Byron Romeno"  http://poesiamondiale.blogspot.it/2015/08/mihai-eminescu.html ).
Il tema, l'amore del Demone (forse Satana o Lucifero) non è nuovo nella letteratura romantica: nell'Ottocento, per esempio, Byron aveva già scritto "Il Cielo e la Terra" (1823) seguito dall'"Eloah" di De Vigny (autore celebre anche per dei poemi a sfondo cristiano, e, che rispetto a Lermontov, mantiene riferimenti stilistici più "distaccati" ed "antiquati"  http://poesiamondiale.blogspot.it/2015/08/alfred-de-vigny.html ). Sempre nel 1823 anche Thomas Moore scrive "Amori degli angeli" (purtroppo, credo non sia reperibile: io l'ho cercato parecchio nelle biblioteche, ma non sono riuscita a trovarlo).

Nell'800 il mito di Satana, del Ribelle, ha senz'altro influenzato i Romantici, tanto che per un periodo, fiorirono diverse opere "sataniche". Che il Satana Ottocentesco sia metafora della Ribellione (allo stato, alla chiesa, al padre - pensiamo anche a Turgenev e al suo "Padri e figli", 1862, che per primo delineava il Nichilismo come "rivolta al vecchio") o dell'anelito alla Scienza, alla Cultura Libera (Carducci, D'Annunzio, Baudelaire) è abbastanza evidente, e come già leggevo in Sandro Maggiolini, il nostro secolo ha messo non solo Dio tra parentesi, ma anche Satana: il primo non è che un dolcificato simulacro dell'amore, secondo una visione cristiana da "zucchero filato", che con molto imbarazzo, cerca di svestirsi dalla pesante e ingombrante eredità mortificante e oscura del passato, mentre il secondo, è diventato un pretesto per satanismo farlocco da teen-ager.

è interessante citare che il tema dell'amore degli angeli nasce proprio dalla Bibbia: "Allora i Figli di Dio videro le figlie degli uomini, e videro che erano belle, e le presero in moglie, ciascuna secondo la scelta". Da qui, la magia, "la stregoneria", quando gli angeli (non solo caduti nella ribellione satanica, ma sposati alle donne, e poi successivamente cacciati) insegnarono le Arti Magiche (ma anche la Matematica, la Geometria...) alle donne.
Satana visto come una sorta di Prometeo o Benefattore dell'umanità, a cui ha donato la Conoscenza, è sicuramente il tema cardine del Luciferismo, del Palladio, "La Luce della Conoscenza nel buio dell'oscurantismo di stampo clericale". Allego la riproduzione del Palladio "di stampo massonico", del 1888.


Anche il Satana miltoniano, nel "Paradiso Perduto" http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/10/il-satana-miltoniano.html appare come un Ribelle, contro il Dio severo e dispotico del giudaismo/patriarcato, e le simpatie del lettore, in fondo, vanno quasi a Satana e al suo tentativo eroico ed energico, benché votato allo scacco, di Ribellione. Strano, verrebbe da commentare, per un autore, come Milton, di educazione puritana!



Byron e Goethe, invece, hanno preferito dotare Lo Spirito del Male di un'analisi quasi filosofica, e per un parallelo, mi verrebbe da citare anche l'Opera "I Masnadieri"(1781) di Schiller, nel monologo del bandito, che sembra quasi "mefistofelico":

"Comunque tu sia indicibile eternità , solo questo mio io mi resta fedele...
Comunque tu sia, porterò con me solo me stesso.
Le cose esteriori sono solo l'apparenza dell'uomo... Io sono il mio Cielo e il mio Inferno".

Pensando al Diavolo, vengono senz'altro in mente anche le derive misogine e sessuofobiche del Medioevo: la donna, vista come strega, quindi, concubina del Diavolo. Laddove secondo la fantasia malata degli Inquisitori, Satana si congiungeva in forme orribili, con altrettante donne orribili, in Lermontov il bacio del Demone appare sublime, quasi etereo, come del resto anche Tamara è candida e verginale (una sorta di Madonna angelicata).

Originale anche la scelta di Lermontov, che ambienta il suo Poema nelle zone montuose del Caucaso, la Georgia.

"Il Caucaso era un fatto del sublime, con le sue nevi, le sue bufere, con l'incombere minaccioso, terribile, delle pareti montane, con le strade vertiginose, con la sua terrestrità che si riflette sui personaggi".

Vengono quasi in mente i bellissimi dipinti di Friedrich, il Pittore del Sublime!
( http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/06/introduzione-alla-pittura-di-friedrich.html)

Il Poema, si conclude con la morte di Tamara, che "viene portata in Paradiso",


mentre Il Demone vive la perdita del suo amore, e come lasciava trapelare qualche verso del Poema, anche la sua speranza di Salvezza e Redenzione.

Per finire, citiamo il concetto dell'Apocatastasi: la possibilità che Satana, alla fine dei tempi, si salvi, come prova della grandezza di Dio.   

Per ulteriori approfondimenti, vedi:

- Il Caino, il Lucifero e il Manfred di Byron  ( http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/09/byron-commento-al-manfredi-caino.html )

- ''Il Re delle Tenebre'' di Nikolaj Rajnov

- Il "Faust" di Goethe

- e soprattutto, il fondamentale Milton ( http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/10/il-satana-miltoniano.html )

Oltre a Carducci e al suo "Satana scientifico",

si può citare anche Lèo Taxil

"Vieni, Lucifero, vieni! O calunniato dai preti e dai re! Vieni, che noi ti abbracciamo, che noi ti stringiamo sul nostro petto! E’ molto tempo che noi ti conosciamo e tu conosci noi! Le tue opere, o benedetto del nostro cuore, non sono sempre belle e buone, agli occhi degli ignoranti, ma esse sole danno un significato all’Universo. Tu solo animi e fecondi il lavoro. Tu nobiliti la ricchezza; tu servi di essenza all’autorità; tu metti il suggello alla virtù … E tu, Adonai, dio maledetto, noi ti rinneghiamo! Il primo dovere dell’uomo intelligente e libero è quello di scacciarti dal suo spirito e dalla sua coscienza. Perché tu sei essenzialmente ostile alla nostra natura, e noi non dipendiamo per nulla dalla tua autorità. Noi giungiamo alla scienza tuo malgrado, alla prosperità tuo malgrado, alla società tuo malgrado; ciascuno dei nostri progressi è una vittoria nella quale schiacciamo la tua divinità.
Spirito mendace, Dio imbecille, il tuo regno è finito: cerca fra i bruti altre vittime. Ora, eccoti detronizzato e distrutto. Il tuo nome per troppo tempo ultima parola del sapiente, sanzione del giudice, forza del principe, speranza del povero, rifugio del colpevole penitente, questo nome incomunicabile Padre Eterno, Adonai e Jehovah, d’ora in poi votato al disprezzo e all’anatema, sarà dileggiato tra gli uomini.
Il tuo nome è goffaggine e viltà, ipocrisia e menzogna, tirannia e miseria. Fintanto che l’umanità si inginocchia davanti al tuo altare, l’umanità schiava dei re e dei preti sarà riprovata; fintanto che un uomo, nel tuo nome esecrabile riceverà il giuramento di un altro uomo, la società sarà fondata sullo spergiuro e la pace e l’amore saranno banditi fra i mortali …
Dio, ritirati! poiché sino da oggi, guariti dal tuo timore e divenuti sani, giuriamo, con la mano sollevata verso il tuo cielo, che tu non sei se non il carnefice della nostra ragione e lo spettro della nostra coscienza!"

e Mario Rapisardi



Anche  "La Bas (L'Abisso)" di J.K. Huysmans è un classico del "Satanismo letterario", anche se l'opera di Huysmans dà spazio a scene quasi grottesche di blasfemia e manca del fascino poetico degli autori che ho citato qui sopra... piuttosto, è pregno di una vena quasi pessimistica e di disgusto della condizione umana... ( http://intervistemetal.blogspot.it/2017/08/la-blasfemia-black-metal-la-sua-origine.html )


Per una visione moderna e romantica del mito dell'angelo della morte, vedi la "Touched Saga"



Infine, anche se il tema meriterebbe un commento molto più esteso, ricordiamo che Satana può diventare metafora anche delle battaglie e delle rivolte contro i tiranni e le dittature: il Titanismo lo celebrava come colui che si era ribellato al dio padre, simbolo di ordine pre-costituito e dittatoriale, e in senso metaforico, come simbolo della lotta contro la dominazione straniera (ideali risorgimentali) o il dominio papista, o ancora, come metafora del Singolo Io (Stirneriano) che si ergeva al di sopra della mediocrità della massa-gregge di pecore obbedienti e belanti. In una prospettiva parzialmente femminile (*), Satana diventa il simbolo della lotta contro il patriarcato monoteista misogino: la donna ribelle a tale ordine è "satanica" proprio perché non obbedisce: NON SERVIAM. Peraltro si noti che nel Satanismo, contrariamente al monoteismo, la donna è sacerdotessa tanto quanto l'uomo.


(*) Parzialmente femminile, perché Satana è ipostatizzato al maschile, rappresentando un concetto maschile di divinità, esattamente come il cristo o il dio padre; pertanto, non può simboleggiare la donna dal punto di vista fisico (Ipostasi del Corpo Fisico Femminile Magnificato) ma solo dal punto di vista del pensiero e dell'azione (la ribellione all'autorità dittatoriale). Più propriamente, per riferirsi ad un'Ipostasi del corpo femminile e all'identità psichica della donna che non dipendi o parta da presupposti maschili (ovvero per sviluppare una prospettiva ginocentrica alla questione-donna), si deve ricorrere agli archetipi delle Dee.

 Altro approfondimento

Cinque brani, che metto a confronto, su Satana, visto come metafora dell'Esserci umano, tra tentativo di rivolta ad un destino di malattia e morte, il non senso delle disgrazie che subiamo, il silenzio di Dio di fronte al grido di dolore e di aiuto dell'essere umano, che di fronte a questo Dio Muto, che appare come disinteressato, o persino compiaciuto nel vedere l'uomo-burattino alla deriva, si identifica col Primo Ribelle, quasi augurandosi un destino di dannazione piuttosto che riconoscere amorevole un Dio Assente al nostro grido... e viene in mente la famosa frase Miltoniana,

"Meglio regnare all'Inferno che servire in Paradiso"


***

Fritz Zorn (da "Il Cavaliere, la Morte, il Diavolo")

"In questo senso posso persino identificarmi con Satana perché come ho scritto nella prima parte della mia storia, io la mia malattia, il mio cancro (2 anni fa la mia malattia si chiamava ancora cancro) l'ho voluto: ho voluto essere percepito nelle buie caverne degli Inferi "per essere altrove" piuttosto che nel mondo della depressione in cui avevo vissuto i primi trent'anni della mia vita. In questo senso vedo nell'elemento Satana anche l'elemento liberatorio."


Andrea Emo (da "Supremazia e Maledizione")

"Il Sé è Lucifero (o meglio il Dio) decaduto. Il Sé è l'Io, la Soggettività dell'Io, decaduta a oggetto, a oggetto di conoscenza e perciò precipitato e confinato nel vuoto abisso del Nulla. Eppure questo Lucifero divenuto Genio Infernale si trasfigura e riappare nei nostri cieli, nei nostri paradisi.
Il Sé Lucifero è quella parte dell'Io che ha il supremo coraggo di non essere. La Stella della Sera, la più lucida, Stella del Cielo Vespertino, scende rapidamente nel Nulla e riappare poi dopo un'intera notte come la più Lucente Stella del Mattino. L'Io e il Sé, Dio e Diavolo, sono una sola vicenda."


Giovanni Cenacchi (da "Cammino tra le ombre", 2008)

L'Autore, nato nel 1963, è morto nel 2006, dopo essersi malato di tumore; per tutto il periodo della malattia, ha scritto un diario, che è stato pubblicato nel 2008. Lo consiglio vivamente; quello che colpisce di Cenacchi è che anche lui era autodidatta, e il suo diario resta un prezioso, luminoso e raro esempio di "Filosofia dell'Anima, scritta con inchiostro di sangue", al di là delle paludi sterili dell'accademismo che riducono il pensiero a sterile e boriosa ostentazione di paroloni, per tirarsela e sembrare colti e dotti...quella è la morte del Sapere, ed è una mafia culturale, che tenta di relegare le riflessioni esistenziali ad un'elite saccente. Di Cenacchi, riporto queste frasi, atti d'accusa fortissimi contro Dio, pronunciate da un uomo al culmine della sua disperazione e del suo senso di abbandono, di fronte a un dolore del quale non si vede né l'utilità, né il senso:

"Dio crudele e distratto, quando avverrà per te la resa dei conti? Quando dovrai rispondere del tuo creato? Chi ti infliggerà la condanna che meriti? (23 settembre)"

"Che orrore sarà il paradiso dell'artefice di questo mondo? Di fronte al tuo creato, o signore, il dilemma non consiste nel crederti, ma nel fidarsi di te. Io non mi fido di dio.
(25 ottobre 2004)

"Preghiera di un non credente: il mio dolore è il mio rosario.
(24 maggio 2005)"

"Vivo nella mia morte e null'altro mi è permesso / ogni cosa che vedo, è cosa che perdo."


Questo invece è un commento di Luigi Pareyson ad Alfred de Vigny, che si ricollega alle accuse contro Dio di Giovanni Cenacchi:

"Protesta Alfred de Vigny, e non soltanto quando aggiunge "le silence" al Poema "Le Mont des Oliviers", suggerendo di opporre al silenzio di Dio, il freddo e sdegnoso silenzio dell'Uomo, ma anche quando immagina un giovane infelice che commette il suicidio con lo scopo preciso di presentarsi a Dio, per chiedergli ragione d'averlo creato sofferente."

Non è la stessa domanda inespressa, quel "Perché Dio hai permesso Auschwitz? Perché permetti tutto questo dolore a quelli che tu chiami tuoi figli?" che permea anche la riflessione di Elie Wiesel?

Infine, qualche verso di "Ora Satanica" di Gabriele d'Annunzio, che mostrano un Satana Dionisiaco, Gloriosamente Ribelle e Invitto, Spirito e Motore stesso della Volontà di Vita, Sentinella del Sapere, come viene inteso nel pensiero luciferino; del resto per un Luciferiano il dio di morte, tenebra e dolore, dittatura e tirannia, oscuratore della conoscenza, signore dei cadaveri e dei cimiteri, è proprio il Dio dei cristiani!

Voglio l'ebrezze che prostrano l'anima e i sensi,
gl'inni ribelli che fan tremare i preti:

voglio ridde infernali con strepiti e grida insensate,
seni d'etére su cui passar le notti:

voglio orgie lunghe con canti d'amore bizzarri:
tra baci e bicchieri voglio insanire.

Vola, Satana, vola su la grand'ala di foco:
stammi a fianco e ispirami: son tutto tuo!

...

Ma io con la spada ne'l pugno e di fronte a' nemici
con lo schermo su' labbri morrò da forte.

...

E l'estrema parola sarà una sfida superba,
una minaccia atroce sarà il mio moto estremo.


Infine, per una storia del Diavolo, come concetto mitologico e antropologico, consiglio questo libro: